Per la cura con la quale impostano alcune riserve di caccia la gestione dell'ambiente e stimolano la proliferazione e la presenza della fauna selvatica fa loro impostare la possibilità di esercizio della attività venatoria ceduta a terzi con la predisposizione ddi quote stagionali i caccia. Ossia ai richiedenti la cessione del diritto di caccia, la riserva cede quote di ciò che le consentito come prelievo venatorio.

La quota può essere unica laddove un unico soggetto si assicura la totalità del diritto di prelievo di caccia consentito alla riserva di caccia o più sovente essa viene suddivisa tra cacciatori ognuno secondo le proprie esigenze venatorie.

Per gli appassionati della selvaggina alla stanziale per esempio la riserva di caccia secondo proprio regolamento può decidere di assegnare in via esclusiva aree parziali del proprio territorio. In alternativa la riserva può decidere di cedere quota parte del piano di abbattimento annuale per la specifica specie richiesta se trattasi di specie stanziale o un pacchetto di giornate se trattasi di specie migratoria. Per quest'ultima possono essere organizzati anche appostamenti specifici (es. colombaccio/anatre selvatiche) utilizzabili dal cacciatore.

Soluzioni analoghe per numero di capi vengono inoltre concesse ai cacciatori di ungulati quali quota parte del piano di prelievo annuale di ogni singola specie.

Tali riserve in accordo/partneship con strutture recettive e/o ristorative possono proporre servizi accessori quali ristorazione o alloggio a favore del cacciatore.

Al fine di rispettare i disposti della Regione di appartenenza in termini di tempi e modalità di prelievo venatorio, generalmente ogni riserva di caccia che intende cedere quote stagionali ai cacciatori che ne facciano richiesta, si dota di un proprio regolamento interno con il quale definisce i limiti della attività venatoria consentita e indirizza la stessa.